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Lunedì 23 Luglio 2012. Lascio come altre volte la macchina alla chiesetta del Passo della Presolana, la mia avventura prevede una tappa intermedia al Monte Visolo: poi se tutto andrà bene sarà di nuovo Presolana, quella orientale però. Studiando una cartina topografica mi accorgo di un sentierino che sale al Visolo passando dal Pizzo Plagna, ma il cartello posizionato all'inizio della sterrata non fa accenno a questa possibilità. Do fiducia alla cartina escursionistica, percorro per intero la stradetta, arrivo ad un cancellone: sorpresa, un cartello riporta proprio le mete che mi ero prefissato e mi spedisce a sinistra su un sentierino bollato che si arrampica subito in mezzo ai prati. Arrivo in breve ad un ripetitore, poi ad un traliccio, il sentierino raggiunge immediatamente il crinale: mi si dischiude una bella visuale sulla zona del Pizzo Camino, della Valle Camonica e sul Passo della Presolana. Il sentierino serpeggia fino a raggiungere un dosso, si abbassa qualche metro nel bosco e ricomincia a salire con numerose serpentine nei prati: la traccia deve lottare con la vegetazione esuberante e in più di un'occasione tende a franare di qualche centimetro verso valle. Si tratta di un tracciolino veramente esiguo e tutt'altro che comodo da percorrere, però è bollato bene e soprattutto ha il pregio di essere parecchio panoramico, arrivo sul pianeggiante cupolotto del Pizzo Plagna: niente male questa prima montagnetta, proseguo sul crinale perdendo qualche decina di metri di dislivello dentro una rada pineta, la salita ricomincia dopo un tratto pianeggiante sul crinale. E' una salita breve, arriva un lungo traversone, in leggerissima discesa raggiungo un'ampia e splendida sella, gironzolo gustandomi i panorami verso la piana di Clusone, la Valle di Scalve dall'altra, la Presolana si distende nella sua bellezza e guida il mio cammino: ecco un bivio per la Baita Cassinelli, io devo proseguire sul crinale, la traccia sparisce e riappare dopo un attimo per portami su una spettacolare crestina. Si viaggia tra pini mughi che tendono a soffocare il già esiguo tracciolino e nell'ultimo tratto si sfiora un profondissimo canalone che precipita verticale sulla Valle di Scalve per centinaia di metri, per fortuna si passa in sicurezza: ricomincio a salire, la traccia quasi sparisce nella vegetazione diventando quì e là anche piuttosto franosa, occhio..! Un ultimo breve tratto pianeggiante, il sentierino scompare totalmente, devo porre la massima attenzione nello scovare i bolli sui sassi: mi inerpico su pratoni molto ripidi e faticosissimi, per fortuna una trentina di metri più in alto sbuco sull'ampio sentiero CAI 326, proveniente dalla Cassinelli, è come passare da un pista ciclabile ad un'autostrada..!! Non mi resta che seguire fedelmente il sentiero, la strada è ancora lunghetta e faticosa, un traversone mi dischiude la vista sulle Quattro Matte, l'ombra delle nuvole aiuta il mio cammino lungo le successive infinite serpentine dove a sorpresa compaiono gli abbondanti resti di una grandinata, finalmente tocco la vetta del Visolo: è stato sicuramente molto più bello raggiungerlo passando dal panoramicissimo sentierino del Pizzo Plagna e bellissimi sono i panorami di quassù, davanti a me compare la mole della Presolana Orientale, vorrei raggiungerla ma la grandine scombussola i miei piani. Ho letto manuali e guide, non dovrebbe essere difficile arrivare lassù, io però non conosco la salita, sarà il caso di provarci con la grandine per terra? Tentenno a lungo, vorrei e non vorrei, ne approfitto per una lunga pausa mensa, poi si aprono squarci di sole: vado. Mi abbasso con molta cautela alla sottostante Bocchetta del Visolo, sfilo davanti all'arrivo della Ferrata della Porta ( ci sto facendo seriamente un pensierino...), prendo un evidente sentierino che fila via sulla sinistra, la grandine pur presente per ora non ostacola il cammino: non ci sono bolli, mi torna molto utile l'aver osservato a lungo questo versante dalla vetta del dirimpettaio Visolo, da cui si può già intravedere la traccia da seguire. Mi infilo in un canaletto poco pendente e breve, poi sterzo bruscamente a destra su una placchetta di roccia infarcita di minuti detriti, un successivo traversino pianeggiante mi porta all'inizio di una cengetta inclinata: a ragion veduta è forse questo il passaggio più delicato dell'intera salita, i ghiaietti la rendono scivolosa, nulla di difficile, però bisogna abbondare con la prudenza specie in discesa. Arrivo così sulla cresta che risalgo grazie a facili roccette, una debole traccia c'è e vengo aiutato anche da sparuti mini ometti di sassi: giungo così su una cresta pianeggiante da dove appare la vera vetta della Presolana Orientale ormai alquanto vicina, percorro l'ondulata cresta ed arrivo alla base dello strappo finale. Studio il pendio, risalgo nuove facili roccette, perdo di vista gli ometti e decido di spostarmi leggermente a sinistra dentro balze erbose: una piccola piramide di sassi mi accoglie in vetta, è fatta, è ancora Presolana..!! Questa non ha certo il blasone e la severità dell'Occidentale, la più alta, ma anche l'Orientale ha un suo bel fascino e soprattutto è decisamente molto più abbordabile..!! Potrei spingermi a dire che anche un semplice buon escursionista può tentare di salire quassù, le difficoltà non sono mai esagerate e con la dovuta prudenza questa Presolana può essere conquistata senza troppi problemi: attenzione però, la via non è bollata, è indispensabile avere un ottimo fiuto nell'individuare la via da percorrere, una folata di nebbia può incasinare tutto, meglio essere esperti o farsi accompagnare da gente che lo è. La giornata si è messa al bello, percorro un pezzo di cresta portandomi su una successiva elevazione da dove posso vedere il resto delle Presolane: vale la pena raggiungere anche la vicinissima l'Anticima Sud, pochi metri di facile cammino, il panorama che si godono le due piccole croci è sicuramente di prima categoria..!! Bellissima questa Presolana Orientale, pur essendo una sorellina minore delle altre non è certo una montagna di serie B, anzi..!! Sono proprio contento di averla salita..!! Così contento che una volta tornato con le dovute cautele alla Bocchetta del Visolo decido prendere il sentiero che porta alla Cappella Savina, classificato come difficile: neanche il tempo di avviarsi che il sentierino tira fuori un indole alquanto tormentata, andando a prendere di petto pendii ripidi e rognosi che obbligano all'appoggio delle mani. Viaggio su un terreno che punta con decisione verso il basso, il cammino è decisamente impegnativo: un primo spallone di serpentine ghiaiose mette alla frusta l'equilibrio, faccio abbondante uso dei bastoncini per mantenerlo, bisogna prestare la massima attenzione per non scivolare. Mi sposto verso destra fin quasi sotto ad altissime pareti, arrivo al primo tratto attrezzato con catene: una specie di piccola ruga della montagna che si percorre restando in punta, la pendenza è modesta, scendo faccia avanti accordando fiducia totale ai bastoncini. A complicare le cose ci si mettono gli abbondanti detriti, arrivo ad una seconda catena che mi aiuta a superare un canalino e quì sorpresa: c'è un grosso cumulo di neve ghiacciata in fondo alla catena, non me l'aspettavo, è stato un inverno secco, presumo che negli anni normali in questo punto la neve possa resistere fino a stagione molto inoltrata, quindi attenzione. Arrivo alla terza catena, forse la più nervosetta: devo fare un brevissimo traverso su una paretina quasi verticale, gli appoggi per i piedi vanno ricercati con una certa cura, nulla di difficile comunque. Attraverso il grande Canalone Sud che separa la Presolana Orientale da quella Centrale, arrivo alle ultime quattro catene, messe in fila una dietro l'altra: devo risalire roccette veramente facili, chi ha piede sicuro può anche filare via tranquillo senza usarle. Ecco un lungo traversone altalenante verso destra, poi il sentiero scende ad inventarsi un passaggino molto divertente: sembra letteralmente scavato nella roccia e istintivamente penso a come possano passar di lì i portatori sani di corna... Poi il sentiero ricomincia a scendere in maniera anche molto decisa e propone un ultimissimo tratto di facili roccette: fine definitiva delle difficoltà, la Cappella Savina si avvicina sempre di più. Sbuco sul sentiero principale appena prima, decido di raggiungerla, alla sua ombra tiro le conclusioni: è stato più pepato scendere da questo sentiero che nemmeno salire la Presolana Orientale..!! Niente di troppo difficile, in effetti non ho mai avuto bisogno di riporre i bastoncini, però certi passaggi non vanno presi sottogamba. Ora non mi resta che tornare alla macchina, il percorso è quello normale che scende alla Cassinelli e poi traversa via nel bosco a prendere il secondo tornante della sterrata che parte dalla chiesetta del Passo della Presolana, proprio quella dove mi ero avviato stamattina. Arrivato alla Cassinelli mi giro per l'ultimo sguardo: si chiama Presolana, ma sarebbe più corretto dire "Le Presolane"... Vi saluto, magnifiche sorelle regine delle Orobie: qualcosa mi dice che ci rivedremo presto... |
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